La Leishmaniosi costituisce una delle più importanti malattie protozoarie sistemiche riscontrabili nel cane, dove il termine "protozoario" identifica la natura dell'agente causale, per l'appunto il protozoo Leshmania infantum, mentre la definizione "sistemica" rileva il totale coinvolgimento dell'organismo colpito.
Le Leishmanie, infatti, sono organismi con un ciclo vitale che coinvolge due ospiti, uno vertebrato (ad esempio il cane) che svolge il ruolo di serbatoio della malattia e l'altro invertebrato (un insetto ematofago ovvero che si nutre di sangue) col compito di vettore.
Il ciclo ha inizio quando il Flebotomo succhia il sangue di un cane ammalato: le Leishmanie passano così dal cane all'insetto e, in quest'ultimo, mutano morfologicamente trasformandosi da amastigote (forma presente nel cane) in paramastigote e promastigote (forme presenti nell'insetto vettore). Con il successivo pasto di sangue, l'insetto trasferisce le Leishmanie che ha immagazzinato dentro di sé ad un altro cane, completando così il ciclo del parassita. Nel nuovo ospite i protozoi penetrano all'interno di alcune cellule deputate alla difesa dell'organismo (macrofagi), riuscendo così ad inceppare il sistema immunitario e a scatenare l'insorgenza della malattia. Il periodo di incubazione può variare da un mese a quattro anni, gli animali colpiti non presentano differenze legate al sesso o alla razza, ma sono prevalentemente tra quelli che vivono all'aperto, soprattutto durante le ore notturne. QUADRO CLINICO Il quadro clinico di questa patologia è piuttosto complesso in quanto numerosi sono gli apparati e gli organi colpiti. Spesso il motivo che induce il proprietario a richiedere una visita veterinaria per il proprio cane, è l'osservazione di un progressivo dimagrimento e di un facile affaticamento del soggetto. Anche le lesioni cutanee sono molto frequenti (circa il 70% dei casi) e tra queste in particolare la dermatite secca esfoliativa non suppurativa che si manifesta con rarefazione del pelo, assenza di prurito, seborrea secca con perdita di scaglie furforacee biancastre, soprattutto a livello della testa e attorno agli occhi. In questo caso il soggetto assume il caratteristico aspetto di un "cane con gli occhiali" e, molto spesso, sembra essere stato vittima di un invecchiamento accelerato. Vi può essere febbre, anemia, ingrossamento dei linfonodi, onicogrifosi (aumento della velocità di crescita delle unghie) a causa dell'infiammazione causata dal parassita ed epistassi (fuoriuscita di sangue dal naso) per modificazioni riguardanti la composizione del sangue, nonché la presenza di ulcere sulla mucosa nasale. DIAGNOSI Se dall'esame clinico scaturisce il "sospetto" di Leshmaniosi, è bene effettuare degli esami del sangue, indirizzati sia alla scoperta di eventuali alterazioni funzionali degli organi colpiti, che alla valutazione di una risposta immunitaria dell'organismo nei confronti dei protozoi infestanti. Meritano una citazione particolare gli esami bioptici: essi prevedono il prelievo di piccole porzioni di linfonodi interessati o di midollo osseo; in questo modo è possibile evidenziare in modo diretto i parassiti, rendendoli visibili al microscopio. PROGNOSI E TERAPIA I soggetti ammalati che non sono curati vanno incontro a morte nel 90-98% circa dei casi. Grazie all'impegno terapeutico, invece, si assiste ad un miglioramento che può portare alla guarigione clinica del soggetto.